venerdì 30 aprile 2010


ma questa voglia di esplorare il vuoto
in fondo cos'è....




L'aria quassù ha odore di neve
scenderò lieve anch'io come lei
rotolerò" like a rolling stone"
staccherò a volo di falco e cosi.

Salto nel blu
a testa in giù
evitando di toccare il fondo

poi di colpo
su nel cielo blu

legato alla vita
lancio la mia sfida
con un grande salto

ma questa voglia di esplorare il vuoto
in fondo cos'è

e forse il vuoto che
è dentro di me

tra vortici,
geometrie
lascio al vento le mie energie

e chissà quanta gente laggiù
avrà bisogno anche di me

un salto e via
sento la scia

sono il centro dall'universo avvolto
e tornare su
ad abbracciare il mondo a testa in giù


ma il senso della vita
può non esser solamente un grande salto





r.riefoli





giovedì 29 aprile 2010

per una cosa che non sarà vita
ma neanche solo dieci minuti...




Quello che volevo raccontarti non lo so,
o forse, meglio, non me lo voglio ricordare,

in un mare d'alcool si galleggia se si può,
se no si gioca a fare il morto,

ma abbiamo affari in corso e sopportarli non si può senza una ragionevole ragione,

è forse colpa delle mie emicranie...


Noi guardiamo il mondo sempre da una feritoia
e troppo spesso non ci piace,

non è bello né tondo e ci procura solo noia,
e niente, niente santa pace

tra le penitenze, le astinenze e tutto quel rock'n roll
e poi tutte le mie aspirine,


però ci ha dato strade, piazze, viali
e tanti tanti tanti bar malfamati

in cui ci siamo presi,
ci siamo spaventati, ci siamo voluti,

per tempi lunghi, per città, per storia,
vocazione, abbracci e per saluti,

per una cosa che non sarà vita
ma neanche solo dieci minuti...

Qui fa notte presto e per chi ha vizi, come me,
del tempo almeno ne rimane,
sfioriamoci la pelle e poi dormiamo insieme per
almeno dieci settimane,

poi ci penseremo al mal di testa e alla contabilità,
a razionarci le aspirine del cuore.

C'è terra di nessuno tra l'angoscia, l'attesa e la speranza,

sia detto con dolce ironia,
e lì vorrei portarti e riposarci per un po'

col corpo e con la fantasia,
ho l'indirizzo in qualche tasca, in testa

oppure non ce l'ho più
però ti giuro che ci credo,

il mio umore inonda strade,
piazze,
viali
e tanti tanti bar malfamati,

mi ci perdo spesso
siamo spaventati, forse anche ci vogliamo,
per tempi lunghi?,
per lo spazio di una città che ci contempla,

vocazione,
abbracci
saluti,


per una cosa che non sarà vita
ma neanche solo dieci minuti...



*e se penso che qualcuno potrà essere padrone dei tuoi occhi,
mi distacco all'improvviso,
dall'assoluto senso,
di un pensiero che rimane corrotto,
denso,
troppo estremo da adattarsi a questa vita*





AngS


mercoledì 28 aprile 2010





Io ti faccio del male
ci sono troppi spigoli nei miei giorni,

così ferisco i tuoi riposi,
i tuoi sonni,

con parole insistenti,
col bisogno che capisci,

io ti faccio del male
perché sono feroce,

e ho l'energia artificiale dei vinti,

tu hai perduto la pace trovando la mia voce
in questi mesi meravigliosi e forse finti,

io ti faccio del male
perchè non riesco a star fermo

e ho una chiave piatta sempre in tasca,

tu guardi lontano,
tu hai lo sguardo più aperto

anche se sai soffrire con me quanto basta,

io ti faccio del male proprio perché sono Io,
e sei caduta nel mio orizzonte,

e ci vivi dentro,
e sogni

e poi ti chiamo:

ti dovrei soffiare via l'inferno dalla faccia...

ma quando ci guardiamo e ci vediamo respirare
il petto si alza,
si abbassa

come le onde di un mare
non ancora in tempesta,
ma mosso dal profondo

che sta forse per cacciare
la solitudine dal mondo,

ecco, quando sentiamo che il tempo ci appartiene
è allora che ti maledico
e ti faccio del bene,


è proprio perché ti maledico
che ti faccio del bene,



AngS.

lunedì 26 aprile 2010


verso il nulla




Un bel mattino ci sveglieremo
e capiremo che siamo vivi.

O che non siamo ancora nati
e non nasceremo mai.
Stropicceremo gli occhi assonnati
e con sollievo,
ci accorgeremo che le sofferenze,
legate ai giorni,
legate alle ore,

sono svanite.

Che le veglie paurose
tra mostri assillanti,

le corse affannose
su strade giganti,

sono svanite

e rideremo,
ormai tranquilli,
prendendoci in giro per la paura che abbiamo avuto,

il sogno di vivere sarà finito.


Ma oggi amore dobbiamo andare,
giù nella strada,

dobbiamo lottare,

perchè il sogno che ancora vediamo,
che annega i nostri visi in un dolore ormai quotidiano,
sia meno triste

mentre aspettiamo quel bel mattino
in cui il Sole gonfi le vele verso la notte,

in cui ci guidi verso il nulla




verso il nulla.






AngS


sabato 24 aprile 2010

alquanto strana





La notte mi sopporta di più
se la cammino con le scarpe di gomma.

Non chiude le finestre per me
mi fa vedere la sua madonna.

Io non ti conoscevo, no,
ma tu ti accendi un sorriso
e da vicino hai l'aria di una donna,
nata quasi da una settimana.

Davanti a noi ci sono dei fantasmi
ma camminano troppo veloci.
Dei vecchi amici ormai rimasti indietro
sento solamente le voci.

Ma è forse il diavolo che ti manda, penso,
e forse non siamo noi che passiamo il tempo.

E' certamente lui che passa noi
mentre vigliacco già si allontana
da questa notte strana.

passione mia, che luci che ci sono
i fari di malinconia

Un'altra volta registreremo il suono
per ora basta la fotografia
di questa notte chimica e veloce
piena di coca cola frizzante e patatine
Di questa notte tutta nostra
ma tutta strana.

E l'allegria non è soddisfazione
ma è la mancanza di un albergo.

Gli oggetti ormai ci sono troppo ostili
è meglio stare allo scoperto.

Ed io ti bacio le dita
e certamente non ti rivedo

E proprio solo cinema la nostra vita
e a tutto il resto poi io non ci credo.

E mentre mancano alcune ore
all'obbligo della mattina.
La pioggia mi regala delle gocce
meravigliosa brillantina.

Forse siamo tutti nati per correre, penso,
mentre faccio una gran fatica
a staccare dall'asfalto di cioccolata

la mia suola di gomma metropolitana



in questa notte alquanto strana.

(adesso maledico me)




AngS


venerdì 23 aprile 2010

Bambina





Le impressioni solite della luce e del colore
si mescolano a un brivido di aria mattutina,

le automobili cominciano a muovere le ore:
ti spettino un orecchio e ti faccio più carina...


I miei occhi si ricordano di una televisione,
le mani non capiscono che cosa sto aspettando.

Ma ho i piedi addormentati che mi danno del guardone,
decido che dovrò svegliarli passeggiando

e la città è già nuvola, oasi senza deserto,
e camminiamo tutti dentro alla carta velina,
sotto a un cielo pirata, con un occhio coperto,

la pioggia, prima o poi,
ci arriverà vicina...


E sono giorni a grappoli, tenuti insieme con lo spago,
talmente fitti da non entrare tutti quanti dentro al cuore,

e vengono da notti in cui, in virtù di qualche mago,
riesce il vecchio gioco di prestigio dell'amore...


Ti penso e ti ribacio in sogno
io, l'incatenato,

arrampicato dentro a un grande grattacielo
che gratta arruffato, arrabbiato, disperato,
un paradiso sporco come un sacco a pelo...

Ti penso e ti ribacio ancora
io, l'incatenato,

avrei dovuto certo immaginarlo prima
che con tutti i miei sforzi
non mi sarei liberato della tua maledetta faccia da bambina,

di quello che gli astrologi chiamano destino
e le streghe ci procurano con filtri di magia
e la scienza moderna, con rigore bambino,
vuol calcolare in base a dei quozienti di energia...


...Poi passa molto lenta questa strana mattinata

tra chiacchiere, ascensori e saliscendi del cuore,

un vino un po' in anticipo mi corregge l'aranciata ...
e ripenso

alla tua faccia da bambina


già invecchiata di tre ore...





AngS