‘potrei scrivere i versi più tristi stanotte’,
scriveva Neruda. e io?
cosa potrei scrivere stanotte?
potrei scrivere la tua risata,
il mio
profumo,
quel nostro lunghissimo sguardo?
potrei scrivere quello che
sento?
non potrei. non esiste linguaggio.
quando l’anima è satura di
parole, le pronuncia tacendo.
sono diventato così bravo ad amare
che ho disimparato come ci si
innamora.
so come starti accanto, come prendermi cura di te, come
sorridere quando ti scusi e arrabbiarmi quando non rispondi, come farti
un caffè al mattino, cantarti le canzoni alla sera, e bruciare, bruciare
insieme.
ma non so incendiare la miccia.
dare avvio ad un equilibrio.
ce ne stiamo così, a penzolare nel vuoto,
e non so darmi la spinta per
avvicinarmi, toccarti e farti oscillare con me. soltanto,
ti guardo. da
lontano.
è sempre stato così, tutta la mia vita. una volta dentro le cose, ci stavo da dio. ma all’ingresso, a tutti gli ingressi, ho sempre esitato prima di entrare, come se mi sentissi costantemente di troppo, come se in fondo sapessi di esserlo.
e così non sono in grado di varcare la soglia del tuo campo visivo,
mettermi di fronte a te e parlarti chiaro. non sono neanche in grado di
cercarti.
e anche domani non ti parlerò.
e preferirò restare a guardarti
mentre pensi a tutt’altro e neppure mi vedi.
ma tu saprai, perché devi
sapere, che lo faccio perché quando ti guardo vedo tutto quanto scritto,
e mi cogli impreparato ma per te imparerò ad essere pronto, e tutto
quello che ho da dirti non trova via d’uscita perché non ha un mezzo
giusto nel quale propagarsi, ché l’aria è troppo leggera per sentimenti
così pesanti.
ed io non voglio che si schiantino al suolo, che si
infrangano. ché i sentimenti son fragili.
voglio tenermeli tutti, farli
vibrare al suono delle tue dita, e che mi tengano sveglio da questo
anestetico mondo del quale, credimi, non me ne frega veramente un cazzo.
mi frega soltanto del modo in cui potresti dovresti (vorresti?)
stringermi e non lasciarmi andare più perchè, credimi, uno che ti ami
con una simile dolcissima deficienza non lo trovi.
il mantra è il solito: stai calmo. ma non ci riesco. non ci riesco.
ho un’idea di te che non ha pietà di me.
ho te, dentro, dappertutto
ho un’idea di te che non ha pietà di me.
ho te, dentro, dappertutto
...grazie per quello che hai scritto è davvero bellissimo...
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