buonasera.’
‘a te.’
‘come stai?’
‘tutto bene. tu?’
‘anch’io.’
‘a te.’
‘come stai?’
‘tutto bene. tu?’
‘anch’io.’
il grado di confidenza che io ho con una persona si misura dalla confidenzialità dell’incipit di un nostro discorso.
le conversazioni tranquille sono il tipo di conversazioni che proprio non riesco a farmi andare a genio. se qualcuno esordisce in questa maniera, sebbene a molti possa sembrare normalissima e anzi l’unica per avviare un dialogo, io mi metto sull’attenti. perchè una persona a cui vuoi veramente bene, un bene folle, io non l’ho mai salutata con un buonasera, neanche per educazione. per scherzo, forse. ma sul serio mai. le persone a cui vuoi un bene folle sono sempre lì, e non ha senso salutarle. perchè è come se non se ne fossero mai andate.
forse l’amore è questo. dirsi ‘buonasera’ quando si torna a casa,
baciarsi sulla guancia in pubblico, chiamare il partner per nome non
solo quando si fanno discorsi seri e dirsi ‘caro’ e ‘cara’ quando si è a
cena fuori con amici, conti in banca separati e conti in tasca tutto il
tempo. restare divisi. restare integri. puliti.
forse l’amore è questo. per te.
io continuo a credere che l’amore sia fondersi. farsi a pezzi senza ricomporsi. sporcarsene.
e maltrattarsi.
forse l’amore è questo. per te.
io continuo a credere che l’amore sia fondersi. farsi a pezzi senza ricomporsi. sporcarsene.
e maltrattarsi.
per questo non riesco a smettere.
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