la vita è fatta di ritorni.
un oggetto che ritrovi,
una persona che rincontri,
una città che rivedi.
ho avuto molti mancamenti, in questi mesi d’estate spassionata, disperata, violenta. triste e felice,
con massimi sbalzi in minimi
tempi. salti mortali sui trapezi del mio umore, e sotto il vuoto di uno
spazio pieno ma di sola aria, davanti allo scenario della lingua di
terra che mi ha sputato sul mondo.
il posto in cui mi ostino a voler
restare. nonostante tutto. perchè per me è sempre stato più semplice
correre sotto le granate che passeggiare sopra le macerie.
quanta vita mi è passata accanto mentre io passavo oltre.
quante mani
avrei potuto stringere, quante labbra avrei potuto baciare,
quante cose
avrei potuto imparare.
sono vuoti, questi, che non mi perdono
facilmente.
perchè bisogna essere stupidi per disprezzare tanta gratuita
cura. ed io lo sono stato.
e molte volte ho pensato che basta, che dovevo farla finita, metterci un punto, e non ne ho avuto la forza. perché so benissimo che non ci sarà mai un punto. certe parentesi restano lì. aperte.
e molte volte ho pensato che basta, che dovevo farla finita, metterci un punto, e non ne ho avuto la forza. perché so benissimo che non ci sarà mai un punto. certe parentesi restano lì. aperte.
come le porte della
metro di notte.
perciò facciamolo più spesso. prendere un volo e partire. stare tanto tempo insieme, anche in silenzio, anche litigando, anche a costo di odiarci un pochino. organizzare giornate e spostamenti. guardarci e ridere. metterci di fronte a noi stessi. perchè fa bene. fa solo bene.
sono partito dal gate 17. lo stesso dal quale partii la prima volta.
sto tornando dal gate c40. aspetto. la mia valigia ha mille profumi, ma
il suo aroma più forte è l’essenza di libertà.
è così che a me piace vivere: con l’entusiasmo che ti leviga il viso. la premura di fare. il tempo che ti divora. e la noia che non sai nemmeno cos’è.
il sole si alza, le mie palpebre non cedono ad abbassarsi. non me ne frega niente di dormire. la notte non è che una sfida che la luna ci lancia per sognare da svegli.
è così che a me piace vivere: con l’entusiasmo che ti leviga il viso. la premura di fare. il tempo che ti divora. e la noia che non sai nemmeno cos’è.
il sole si alza, le mie palpebre non cedono ad abbassarsi. non me ne frega niente di dormire. la notte non è che una sfida che la luna ci lancia per sognare da svegli.
dentro di
me sorge una nuova consapevolezza. e ricomincio da qui. mi riposo. e
ringrazio Dio, se esiste.
perché i miracoli accadono tutti i giorni, se abbiamo la forza di volerli.
perché i miracoli accadono tutti i giorni, se abbiamo la forza di volerli.
mi ci è voluto un miracolo per innamorarmi di te.
adesso me ne serve un altro per smettere di amarti.
adesso me ne serve un altro per smettere di amarti.
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