giovedì 2 luglio 2009

il calore del sangue


A distanza di molti anni,

è sorprendente pensare che il nostro legame avrebbe assunto proprio la forma che io avevo grossolanamente plasmato con i miei desideri e i miei sogni.

Allora non potevo prevedere, tuttavia, quale fiamma celasse,

né che le ceneri, ancora calde dopo molti anni,

avrebbero continuato a incendiarmi il cuore.



Che cosa strana un evento che obbedisce ai nostri desideri!



Ricordo un gioco che mi piaceva fare da bambino, in spiaggia,

e che prefigurava la mia intera esistenza:

con l’alta marea scavavo nella sabbia un piccolo fossato,

e a un tratto il mare inondava il percorso che avevo tracciato,

con una veemenza tale da distruggere al suo passaggio i miei castelli di ciottoli e le mie dighe di fango;

abbatteva e devastava ogni cosa, quindi spariva,

lasciandomi amareggiato e nell’impossibilità di lamentarmi,

perché ero stato io stesso a invocare la catastrofe.


Accade così con l’amore.


Gli si fanno dei cenni di richiamo,

gli si spiana la strada.

E l’ondata, così diversa da come ce l’aspettavamo,

amara e gelida,

si abbatte sul nostro cuore.


(Irène Nèmirovsky - "il Calore del Sangue")



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