lunedì 28 marzo 2011



Mi sono rotto,
io mi sono rotto,

non ho più voglia di abitare qui, l'ammetto
non ha più senso rimanere grazie di tutto
aspetto ancora fine mese poi mi dimetto

Tanto il mio lavoro è inutile,
diciamo futile

essenzialmente rimovibile,
sostituibile,
regolarmente ricattabile

il mio lavoro è bello come un calcio all’inguine dato da un toro
il mio lavoro è roba piccola fatta di plastica
che piano piano mi modifica, mi ruba l’anima

dice “il lavoro rende nobili”
non so può darsi,
sicuramente rende liberi di suicidarsi

e io mi sono rotto,
io mi sono rotto,

Precario il mondo
precario il mondo
flessibile la terra che sto pestando

atipica la notte che sta arrivando

volatile la polvere che si sta alzando

Precario il mondo

non è perenne il ghiaccio che si sta sciogliendo,
non è perenne l’aria e si sta esaurendo

e d’indeterminato c’è solo il Quando


Precario il mondo
si finchè è normale

ma sembra ancora più precario questo stivale
che sta affondando dentro un cumulo di porcheria
e quelli che l’hanno capito
vedi, vanno via

e invece tu non l’hai capito,
non l’hai capito

e stringi i denti dietro un tavolo
dentro a un ufficio

senza nemmeno avere il tempo di guardare fuori
così non vedi che già cambiano tutti i colori
e intorno a te la gente si agita si muove sempre
qualcuno grida è una protesta che nessuno sente

non c’è un futuro da difendere
solo il presente
e anche di quello di salvabile c’è poco o niente

amore mio
non ci resisto,
io non ci resisto

vorrei convincerti a raggiungermi ma non insisto

tu riesci ancora a non vedere solo il lato brutto
io invece ho smesso
devo andare,
grazie di tutto.


Precario il mondo

E allora il tempo si fermerà,
improvvisamente
e chi si stava amando
potrà amarsi per sempre

E allora il tempo si fermerà,
improvvisamente
e chi si stava odiando
dovrà odiarsi per sempre

non è perenne l’aria e si sta esaurendo


e d’indeterminato c’è solo il Quando



mercoledì 9 marzo 2011


Un silenzio è già
più facile da sopportare
che una stupida armonia
di frasi da manuale.

Un momento da passare
come mani tra i capelli
non c’è tempo per pensare
non c’è tempo per tornare indietro e riposare
o fare strada che non è lontano
e in un battito di mani
sei pronta per trovare
la profondità..

..di due occhi ancora accesi
che ti portano fortuna
è troppo presto per ricominciare
troppo presto per ritornare
a chiudere gli occhi e toccare
le mie mani così lontane.

Siamo spettatori nello specchio di un mondo

che cammina piano

Un silenzio è già
più facile da sopportare
ma ho paura che sian tue
le parole più sincere.

Un momento da passare
come ritrovarsi accanto
in un battito di mani
sei pronta per trovare
la profondità

..di due occhi ancora accesi
che ti portano fortuna
è troppo presto per ricominciare
troppo presto per ritornare
a chiudere gli occhi e toccare
le mie mani così lontane.

Siamo spettatori nello specchio di un mondo

che cammina piano.




martedì 8 marzo 2011




Ritrovarsi a camminare senza orientamento
aspettare che qualcosa accada
per avere un argomento

e poi sparire.


Ritrovarsi un minuto dopo
sconosciuti
annotare questi mesi
come fossero minuti.


Come tu mi vedi?
Cosa non va?

Non ci sono più
e non ci sono più per nessuno

se devo dimostrare di essere come qualcuno.

se devo dimostrare di essere diverso da me.


E paragonarsi con chi neanche ti interessa
per rimanere poi fregati
da chi non dice niente.


Non è così sincero.
Non è quello che vorrei.

Non ci sono più
e non ci sono più per nessuno
se devo dimostrare di essere
se devo dimostrare di essere diverso da me
in un modo che è l'opposto di me.


se devo dimostrare di essere come qualcuno.

Se devo dire o fare,
svaniscano i miei sogni
se non posso più soffrire

Se devo dire o fare,
svaniscano i miei sogni
se non posso più dormire

Se devo dire o fare,
svaniscano i miei sogni
se non posso più soffrire.



Se devo dire o fare,
dire o fare...
C'è chi preferisce il mare.




lunedì 7 marzo 2011




Era mattino presto, e mi chiamano alla finestra
mi dicono "AngS ti vogliono ammazzare".
Io domando "Chi?", loro fanno "Cosa?".
Insomma prendo tutto, e come San Giuseppe
mi trovo a rotolare per le scale, cercando un altro Egitto.


Di fuori tutto calmo, la strada era deserta
mi dico 'meno male, è tutto uno scherzetto'
sollevo gli occhi al cielo e vedo sopra un tetto
mia madre inginocchiata in equilibrio su un camino,
la strada adesso è piena di persone.
Mia madre è qui vicino.


Un uomo proprio all'angolo, vestito da poeta
vende fotografie virate seppia, ricordo della terra
prima della caduta e al posto del posto
dove va il francobollo, c'è un buco per appenderlo; "Dove?", dico io
"Intorno al collo", e adesso per la strada
la gente come un fiume, il terzo reparto celere controlla;
"Non c'è nessun motivo di essere nervosi"
ti dicono agitando i loro sfollagente,
e io dico "Non può essere vero" e loro dicono "Non è più vero niente".


Lontano più lontano degli occhi del tramonto
mi domando come mai non ci sono bambini
e l'ufficiale uncinato che mi segue da tempo
mi indica col dito qualcosa da guardare
le grandi gelaterie di lampone che fumano lente
i bambini, i bambini sono tutti a volare


Un amica d'infanzia, dopo questa poesia
mi ha detto che "È bellissima, un incubo riuscito
ma dimmi, sogni spesso le cose che hai scritto
oppure le hai inventate solo per scandalizzarmi",

amore amore,
naviga via

devo ancora svegliarmi



domenica 6 marzo 2011




Lo vedi tu com'è...
bisogna fare e disfare.


Continuamente e malamente e con amore,
battere e levare.

Stasera guardo questa strada
e non lo so dove mi tocca andare.

Lo vedi, siamo come cani.
Senza collare.

Lo vedi tu com'è...
è prendere e lasciare.


Inutilmente e crudelmente e per amore,
battere e levare.

Ma non lo vedi come passa il tempo?
Come ci fa cambiare?

E noi che siamo come cani.
Senza padroni.


So che tu lo sai perfettamente,
come ti devi comportare.
Abbiamo avuto tempo sufficiente per imparare.

E poi lo sai
che non vuol dire niente dimenticare.


E tu lo sai
che io lo so e
quello che non so lo so cantare.


Lo vedi tu com'è...
come si deve fare.
Precisamente e solamente,
battere e levare.



Vedo cadere questa stella
e non so più cosa desiderare.

Lo vedi,
siamo come cani.


Di fronte al mare.


sabato 5 marzo 2011



Passa correndo lungo la statale
un autotreno carico di sale.

Adelante! Adelante!
C'è un uomo al volante,
ha due occhi che sembra un diavolo!

Adelante! Adelante!
È in arrivo, è distante,
alla fine di questo tavolo.

Di questo cavolo di pianura,
di questa terra senza misura,
che già confonde la notte e il giorno,
e la partenza con il ritorno,
e la ricchezza con il rumore,
ed il diritto con il favore,

e l'innocente col criminale,
ed il diritto col carnevale.


Passa correndo lungo la statale
un autotreno carico di sale.

Da Torino a Palermo,
dal cielo all'inferno,
dall'Olimpico al Quirinale.

Da Torino a Palermo,
dal futuro al moderno,
dalle fabbriche alle lampare.


In questa terra senza più fiumi,
in questa terra con molti fumi

Tra questa gente senza più cuore,
e questi soldi che non hanno odore,

e queste strade senza più legge,
e queste stalle senza più gregge,

senza più padri da ricordare,
e senza figli da rispettare.


Passa correndo lungo la statale
un autotreno carico di sale.

Adelante! Adelante!
C'è un uomo al volante,
c'è un ombra sulla pianura.

Adelante! Adelante!
Il destino è distante,
alla fine dell'avventura.

Che si nasconde in un polverone,
nell'orizzonte di un acquazzone,
e nei vapori della benzina,
diventa musica nella mattina,

e meraviglie sudamericane,
e companatico senza pane,
arcobaleno sotto le scale,
e paradiso nel temporale.



Passa correndo lungo la statale
un autotreno carico di sale...







venerdì 4 marzo 2011




Io e te senza parlare


Sono qui con te
sempre più solo

sento crescere tutta l'estraneità
di due messi li in un brutto tinello marrone

Non parlo no,
scusa pardon

Quando parli tu e per giudicare
e la mia disgrazia per rinfacciare

siccome so già le banalità che ami tu
mi chiudo in me sempre di più

io sono quello che aveva il Mocambo, un piccolo bar
sempre stato ignorante ma sono un bell'uomo e poi…

so anche trattare
sono sempre elegante

e tu che hai studiato
disprezzi il mio mondo e anche me

e mi guardi adesso con la fredda ironia
mentre mi sto insegnando e tento una via
e amara sei sempre di più

...

Oggi il Lei mi ha offerto un caffè
era meglio di quello fatto da me

e poi ha sorriso
mi ha visto che ero un pò giù


e si è chiusa in sé
sempre di più.





giovedì 3 marzo 2011



Quando crederai
che tutto sia come pioggia
che porta via

via pensieri di errori e poi
fino al buio che vive dentro noi

tu con me
arriverai a sentirti più forte

perché da ogni lacrima rinascerai
come pioggia che scivola via

forse sentirai solo qua
la scia del temporale
che vive dentro un arcobaleno

sono qui qui vicino
ma non pensare che io non rida mai

tu con me
arriverai a sentirti più forte
come pioggia che scivola via
a via da qui

siamo noi che possiamo cambiare colore

restami vicino
ridi piano
lascia tutto
e riparti da qui

arriverai a sentirti più forte
perché da ogni lacrima rinascerai

come pioggia che scivola via


come pioggia che scivola via








mercoledì 2 marzo 2011




Sono rientrato da un giovedì piovoso
Sulla strada
Ho pensato di averti sentito parlare delicatamente

Ho acceso le luci
La televisione e la radio

Eppure non riesco a fuggire dal tuo fantasma


Cos’è successo a tutto?
Incredibile, direbbero alcuni
Dov’è la vita che conosco?
Se n’è andata

Ma non piangerò per ciò che è stato ieri

C’è un mondo mediocre
Che in qualche modo devo trovare

E mentre cerco di trovare la strada
Verso un mondo ordinario
Imparerò a sopravvivere


La passione o una coincidenza

Un tempo ti ha ordinato di dire
“L’orgoglio ci lacererà entrambi”

Bene,
ora l’orgoglio è uscito dalla finestra
È corso via sui tetti
Mi ha lasciato nel vuoto del mio cuore


Cosa mi sta succedendo?
Incredibile, direbbero alcuni

Dov’è il mio amico quando ho più bisogno di te?
Se n’è andato


Ma non piangerò per ciò che è stato ieri
C’è un mondo mediocre

E mentre cerco di trovare la strada
Imparerò a sopravvivere


I giornali sul bordo della strada
Parlano di sofferenza e avidità

Ci siamo un giorno, poi domani non ci siamo più

Qu,i dietro alle notizie Di guerre sante e bisogni religiosi
La nostra è solo una piccola afflitta conversazione


E non piango per ciò che è stato ieri

Imparerò a sopravvivere




Tutti sono il mio mondo

Imparerò a sopravvivere







martedì 1 marzo 2011



Chiamami adesso, sì,
lo so che prima era…
era più facile…

ma è adesso che ho bisogno io di farmi trovare,
farmi trovare qui

chiamami adesso
che è più buono il mio cuore…


Dammi il tempo
che tempo non sia

Dammi un sogno
che sonno non dia…

Chiamami adesso
che non ho più niente da dire,


ma voglio parlare lo stesso
insieme a te

voglio provare io a descrivermi…


chiamami adesso

che ho bisogno di te…