Poi arrivò il mattino e
col mattino un angelo
e quell'angelo eri tu,
con due spalle da uccellino
in un vestito troppo piccolo
e con gli occhi ancora blu.
E la chitarra veramente la suonavi molto male,
però quando cantavi sembrava Carnevale,
e una bottiglia ci bastava
per un pomeriggio intero,
a raccontarlo oggi non sembra neanche vero.
E la vita, lo sai, non è comoda per nessuno,
quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo.
Devi rischiare la notte,
il vino e la malinconia,
la solitudine e le valigie
di un amore che vola via.
E cinquecento catenelle
che si spezzano in un secondo
e non ti bastano per piangere
le lacrime di tutto il mondo.
Chissà se in quei momenti ti ricordi della mia faccia,
quando la notte scende
e ti si gelano le braccia.
Ma se soltanto per un attimo potessi averti accanto
forse non ti direi niente
ma ti guarderei soltanto.
Chissà se giochi ancora
con i riccioli sull'orecchio
o se guardandomi negli occhi
mi troveresti un pò più vecchio.
E quanti mascalzoni hai conosciuto
e quante volte hai chiesto aiuto,
ma non ti è servito a niente.
e i tetti di firenze non sono come una volta
RispondiEliminaAngS. hai un mirino che colpisce sempre al cuore.
RispondiEliminaDifficile ammetterlo, ma mi sono commosso leggendola.
sono d'accordo con Ruz… sarà il sottofondo musicale? Yamagata, Sigur ros e tutto l'icelandic! abbraccio
RispondiEliminaè sparito il mio commento...pfu...bella comunque.
RispondiElimina