lunedì 20 febbraio 2012






Quanti motivi per dir di te 
negli abissi fra i palpiti! 

Quante emozioni per scriverne, 
come un pioniere partecipe 
che fa ritorno da un viaggio di echi e rintocchi 
in un reame di lugubri tonfi inarrestabili!
 

Quando tu ti rannuvoli, 
e un temporale si appresta 
a rovesciarti su tutti noi 

come una pioggia repressa, 
io sono pronto a farmi tuo ricettacolo: 
per ogni goccia un oceano di empatie possibili. 


L'infelicità non è che stimolo inevitabile. 
La felicità non è che esito fugace. 

Sei striggente eppur bellissima così come sei, 
decorosa e tristemente chiusa in te.
 

E meglio dire che l'arte è 
generosa fontana 
o ritenere per giusto che 
sia come una spugna, 
che assorbe e s'imbeve di tutte le cose 
con la curiosità e l'estasi della bontà? 




Se non ti so aiutare 
ad arginare la tempesta 

tu lasciati consegnare 
al mio tentativo migliore 

di dare lustro alla tua dolorante dolcezza,

con le canzoni che concepisco intrise di te. 


















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