venerdì 17 febbraio 2012






sono ormai alcune notti che i miei pensieri si mischiano con sonorità visive,davvero uniche, rare....


la musica non è mai banale.


è un luogo esclusivo, personale, un contenitore del proprio essere,
dove nascondere e conservare i propri stati d'animo,
le emozioni personali,
le paure, le voglie.


Scopro con totale disarmo, che le parole mi stanno abbandonando.


Preferisco ascoltare, osservare, da spettatore non pagante, lo scenario di questi giorni surreali, che di certo stanno allontanando molte realtà.




Come il tempo che ha il preciso compito di avvicinare e allontanare, 
così questi giorni stanno avendo un compito arduo...


si aggrappano con le unghie,
resistono a denti stretti,
combattono,
soffocano....


lottano per un'idea sbiadita, un legame potente, un gioco di sguardi,
un presente ormai mutato.


vorrei comportarmi in maniera diversa...


ma il silenzio risponde al mio silenzio,
con visiva rassegnazione,
con palese e irritante sconfitta....




di chi preferisce non proteggere ciò che di fatto abita nel proprio essere.


un meccanismo di un ingranaggio inceppato...
un luogo che diventa lontano ricordo...


la rassegnazione,
il fuggitivo silenzio,
la scarsa capacità di emergere nonostante le avversità...


tutto questo mi avvilisce...
e fingere non riesco...


mi riesce un compito difficile sembrare una persona differente.


una persona che ancora oggi parla con lo sguardo,
parla con i suoni...


parla con i respiri,
con le evidenti emozioni.




allora mi chiedo...


ne vale la pena avere il sangue così bollente in questa vita...


combattere nel freddo, sotto una pioggia battente...




ne vale realmente la pena?


forse no.


ogni giorno che passa e che vivo...
mi sento sempre più distante da quel pensiero reale che abita un cuore sereno..., il mio, 
cosciente, il mio..... 
capace di scindere un sentimento e farlo suo, dentro.


combattere perché è giusto farlo...
perché questa vita non è da considerare ingiusta.
ma semplicemente unica.


gli occhi hanno il difficile compito di parlare,
quando le parole finiscono di raccontare,
soffrire, dire le cose sbagliate e sempre uguali.


gli occhi....
si, gli occhi...


quanto resisteranno ancora i miei.




tutto ciò diventa la copia di mille riassunti


quando invece,questo copione dovrebbe essere, 
il tormento più forte vissuto in mille vite vissute,...




a scopo di cosa....








poi ritorna la musica
musa ispiratrice,


una porta che si apre al contrario,
un mondo che si avvicina, da lontano....


e questi scenari, diventano casa....


"Heima"..."ritorno a casa"...




questa esperienza musicale....... che sto rivivendo...
mi sta nuovamente mutando....


emozionando....


mi fa sentire ancora più diverso da ciò che pensi che io sia diventato..








la tua debolezza....
e ciò che mi sta allontanando da te.....




(e piango per questo)
perché solo chi è consapevole di una forte emozione, piange, 
nel momento in cui sta realizzando di averla persa.





























































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