domenica 22 luglio 2012





Un tempo ridevo soltanto 
a veder l'incanto di noi 
vestiti di piume e balocchi 
con bocche a soffietto 
e rossetto negli occhi 



scimmie, vecchiette obbedienti 

e cavalli sapienti 
sul dorso giocar 



ridere era come amar 






poi ripetendo il mestiere 

s'impara il dovere di recitar 
e pompa il salone il suo fiato 
e il riso è sfiatato dal troppo soffiar
di creta mi pare il cerone 
s'appiccica al volto 
il mal del buffone 
ridere vorrei stasera 



ridere vorrei per me 






Un Due Tre! 

all'erta gli elefanti in piedi 
saltino le pulci avanti 
attenti passa il domatore!! 

L'anima che ride 
ride e sempre riderà 
come una preghiera 





i trapezi ronzavano elettrici 

uccelli di piuma di un mondo di luna 
legati i compagni per mano 
libravan da pesci 
vicini e lontano 

si sfioran d'un tratto i due bracci 
appesi nell'aria 
come due stracci 
sul sangue buttarono rena 
ed entran di corsa i pagliacci. 





E sempre ridere per compiacere 

la sala piena da mantenere 

che bello udire 
l'applauso ilare 
gonfiar la sala 
scacciare il male 

e sempre cedere con batticuore 
a sogni e parole 
da far scoppiare!! 





Il padrone ha la tuba allungata 

ed ha baffi arditi 

e in fondo già sa 
che restiamo alla frusta qui uguali 


felici 
e incapaci di esser normali 




e allora ridano gli altri di noi 
e allora ridano gli altri stasera 
ridano gli altri per noi.









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