domenica 16 settembre 2012




Cannone spara fumo, un rimorso 
che stordisce sul passato che castiga 

nessuna pietà 

Sono stato io, 
carezza e cenere, 
un incendio delicato, 
spirale di amore - odio 

Come intruse, rifiutavo memorie 
e dolcissime domeniche cantate 
sulle panchine 

Confusione, ed equilibrio fasullo 

"Prigioniero: prego, si alzi in piedi!" 

E lei rimane di vetro ed incespica 
dicendo che è felice di partire 
poi ritorno ad impegnarsi 
su quella piega del vestito 
non si accorge che cammino 
in bilico sul filo. 

Indago il tempo di noi, le stagioni 
quando due colori estremi 
lottavano dentro di me 

Una prova: lo rifarei di nuovo, 
ho sbagliato il giocattolo è stanco 
o è meglio di no. 

Non conviene dubitare all'indietro 
sgomitare bolle d'aria 
e uscirne con l'acqua alla gola 

Ora glielo dirò, 
ora glielo dirò! 


Ma poi manca il coraggio, 
quasi casco dalle nuvole dicendo che fa caldo 
ed abbasso il finestrino 
e lei si massaggia il sopracciglio 
con un etto di matita 
come una diva. 


Vulcano s'è spento ormai 
sento lava gelida sui fianchi teneri 
un terremoto all'interno commuove 
mi rapina, vita della vita, 
e lascia il segno: 
ora guarda che fai; 
stringiti un pugno alla mano 
ti consuma questa mimica di carta vetrata 
Amala oppure vai via! 


Si fruga nella tasca 
trova un paio di forcine per capelli 
e poi si tuffa dentro al mio retrovisore 

anzi, lo piega verso la destra 
ci controlla la vecchiaia 

e guarda una ruga 






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