giovedì 2 maggio 2013




Il mio naso sulle tue palpebre
(serrande alzate)
che non sanno se chiudere
la bottega in cui le fate
hanno lo sguardo immoto
sul dormire che non giunge.

Il tuo fiato è un poco affannoso,
si disperde là
dove vagheggi 

chissà quale fantasia perduta
o fiaba, raccontata
per avere il tuo sonno.

Dalle tapparelle un bel sole
riga di buonumore quel pulviscolo;
dentro sono avvinto e c'è amore
in groppi e batticuore: lo sentissi anche tu!

Il mio naso sulle tue palpebre
le sfiora appena
e sa non farsi notare:
fiuta forse il gusto d'arcano
del tuo trasognare
che oltrepassa ogni meta?

Metafisica è la tua intesa
con ciò che mi sfugge
e posso solo ammirare.
Molto fisica è la sorpresa
di averne prova...
ora che ho appreso a scrutare.

Lievemente il sole è calato
e un nuovo taglio estende quelle strisce ridenti;
dentro sono avvinto e c'è amore
in groppi e batticuore: lo sentissi anche tu!

La mia culla è meraviglia esplosa
non ti dondola ma avvolge e ammanta.
La mia culla è poesia ansiosa
di svelarmi quello che ti incanta 




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