martedì 4 giugno 2013



una delle parole più affascinanti della lingua italiana 
per me è sempre stata ‘risma’.

r: la discreta energia della partenza. 
i: il piacere. l’apice di gratitudine che si prova scrivendo. 
s: il sibilare delle narici che annusano la carta, ché pare che tra loro bisbiglino goduria. 
m: la dolcezza, l’intimità della scrittura. 
a: la chiarezza. l’ovvietà del nero su bianco. il contrasto più onesto del mondo.

è una parola che ho sempre pensato celasse un qualche portento. 
ma d’altronde, in un malloppo di fogli bianchi con una storia ancora da scrivere c’è sempre qualcosa di magico.




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