venerdì 4 aprile 2014



non sapevo la coscienza avesse bisogno di tempo per prendere parola. ma meglio tardi che mai. imparo anche questo.
sai, porto un lutto al braccio. funerale di qualcosa di irrealizzato. qualcosa in cui avevo riposto la mia fede, la mia forza, la mia speranza. e mi son dovuto ricredere. incassando. e tacendo. e ripartendo da me. rimettendo insieme i cocci con pazienza, osservando i segni di un danno. sperando di poterci ridere su. desiderando che ci nasca un fiore sopra. 
ma la colla è ancora fresca. e io devo aspettare.
aspettare un’alba. scegliere le parole giuste. poi scrivere. attenzione: scrivere non direttamente a te. non all’idea di te che ancora mi porto dietro. con che coraggio, poi. 
prenderò quest'idea di te e la butterò via. la dimenticherò all’angolo di una strada, come un paio di guanti. ma lasciami almeno il diritto di ricordarmi sempre la persona che ti sei rivelata di essere. 
nonostante tutto. 




 

Nessun commento:

Posta un commento

...qualsiasi parola ha sempre un valore...