Un’ urlo al buio,
cado nel vuoto,
graffiato da un cielo pastello,
vaniglia.
Ho una valigia appesa al collo,
non mi ritrovo,
eppure viaggio,
-il mio imperativo-.
Una lacrima percorre il viso,
dal tratto deciso,
segna un percorso netto,
di rimanenti paure,
imminenti domande.
Abbandono di corsa il presente,
i suoi abitanti,
i credi,
dolori lancinanti,
una foresta di perché volanti,
poi perdersi dentro.
Nei meandri avvolti da carta straccia,
fogli di giornali,
lagune paradossali,
vergogne immorali.
Tradimenti astrali.
Eppur cado nel vuoto,
al vento sussurro uno sgomento,
una domanda,
una richiesta d’argomento.
Chi sono io per chiedere al mondo,
di fermare un momento,
un fermo immagine,
un fotogramma,
un lampo,
un segmento....
uno sguardo preciso,
incastrato ad un contesto.
Trovarsi e Perdersi,
questo è un desiderio!
La richiesta di uno sguardo,
il conoscersi attraverso,
una realtà dai differenti sapori
andati di traverso,
ascoltare leggeri i passanti,
e morire tra lacrime assordanti,
e non capirsi,
perché la vita
credo sia degli altri.
A me rimane quel momento,
lo stringo forte,
lo nascondo dentro.
Non ti chiedo di cercarlo,
ti perderesti, ne sono certo,
Rimane sbiadito il ricordo,
lo vedo ripararsi dal vento,
si mescola alla memoria
e poi si perde,
tra le strade del tempo.
AngS
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