mercoledì 19 maggio 2010

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L'amore è bensì una nebbia sollevata con il fumo dei sospiri
e se questa si dissipi è un fuoco che sfavilla negli occhi degli amanti

e se sia contrariato
non è che un mare nutrito dalle lacrime di quegli stessi amanti.

E che cos'altro può mai esser l'amore
se non una follia molto segreta,
un'amarezza soffocante

e una salutare dolcezza.


Chi non è mai stato ferito ride delle cicatrici altrui
quale luce irrompe da quella finestra lassù?

Essa è l'oriente, e Lei è il sole.

Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna già malata e livida di rabbia,
perché tu, sua ancella, sei tanto più luminosa di lei.

Non servirla, se essa ti invidia;
la sua veste virginale e d'un colore verde scialbo che piace solo agli stupidi.

Gettala via! Ma è la mia dama,
è il mio amore!

Se solo sapesse di esserlo!
Parla eppure non dice nulla.

Come accade?
È il suo sguardo a parlare per lei,
e a lui io risponderò.

No, sono troppo audace,
(non è a me che parla).

Due delle più belle stelle del cielo devono essere state attirate altrove
e hanno pregato gli occhi di lei di scintillare nelle loro orbite durante la loro assenza.

E se davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle?

Tanto splendore farebbe scomparire le altre stelle
come la luce del giorno fa scomparire la luce di una lampada:

in cielo i suoi occhi brillerebbero tanto
che gli uccelli si metterebbero a cantare credendo che non fosse più notte.






1 commento:

  1. Di tutte le poesie che ho letto fino ad ora sul tuo blog, questa è per me la più bella.

    Complimenti,
    Una perla.

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