Sono stato un baro, un gatto,
un brutto tiro di dadi.
Sono stato in nessun posto
e ho visto tutto.
Sono stato a Parigi sotto le bombe.
Sono stato la notte insonne di qualcuno.
Ho bruciato ponti,
ho assaltato banche,
ho sputato chiodi,
ho bevuto fiamme.
Ho parlato in lingue sconosciute,
attraversato strade senza guardare.
Ho avuto nomi da ballerino di fila,
ho dormito su fondi di bottiglia,
le mie mani sono sempre andate al dunque.
Ho piazzato esplosivi sotto sorrisi di convenienza,
io, la scimmia da circo, la mantide sacra,
il dolce ragazzo della porta accanto.
Ho leccato lame di rasoio,
nutrendomi di ruggine e mazzi di rose,
barattando orologi per un po' di vertigine.
Sono stato le droghe che ho ingerito
il pentimento
la caduta,
il perdono,
la cura.
Ho dato nomi a vie senza più storia,
sperperato patrimoni di stelle distratte,
ho posato le labbra su altari di ghiaccio.
Lontano.
Irragiungibile.
Un telefono lasciato a suonare in una stanza affollata.
Solo.
Febbricitante.
Coperto d'oro.
Ho conosciuto velocità abrasive,
ho cantato bugie a squarciagola.
Un biglietto scaduto.
Un anello da sposa.
Sono stato sbattuto su letti di noia.
Ho succhiato il sole di mezzogiorno
seduto sulla punta di un ago.
Sono stato una donna,
cartolina
ricordo,
regalo di Natale.
Ho avuto cortili,
automobili nuove,
qualcuno che ha pregato in ginocchio davanti a me.
Io,
Vincitore,
Vinto,
lo stronzo che a San Valentino t'ha spezzato il cuore.
Io,
la schiena contro il frigo,
alle quattro di mattina,
un Ipod tra le mani,
sudato e smarrito,
cercando di dimenticare
un orribile sogno
in cui indossavo mille maschere
ma non avevo un volto.
ma poi torno _Io
sono stato tutto questo
ora che per te non sono più lo stesso.
rimango musica
la parte nascosta di un sentimento.
la delusione,
di guardarti distratta
confusa
astratta
la parte più segreta che ho
e che dimenticherò.