lunedì 13 febbraio 2012






Le mie parole sono sassi 

precisi aguzzi pronti da scagliare 
su facce vulnerabili e indifese 

sono nuvole sospese 
gonfie di sottointesi 

che accendono negli occhi infinite attese
 
sono gocce preziose indimenticate
 
a lungo spasimate 
e poi centellinate, 

sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare 


Sono lampi dentro a un pozzo, 
cupo e abbandonato
 
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato 

sono foglie cadute 
promesse dovute 

che il tempo ti perdoni per averle pronunciate 


sono note stonate 
sul foglio capitate per sbaglio
 
tracciate e poi dimenticate 


le parole che ho detto, 
oppure ho creduto di dire 

lo ammetto 
strette tra i denti 

passate, 
ricorrenti 


inaspettate, 
sentite o sognate... 


Le mie parole son capriole 
palle di neve al sole 

razzi incandescenti prima di scoppiare
 
sono giocattoli e zanzare, 
sabbia da ammucchiare 

piccoli divieti a cui disobbedire

 
sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo 
che non mi riesce di spiegare 

fanno come gli pare 


si perdono al buio per poi ritornare 

Sono notti interminate, 
scoppi di risate
 
facce sopraesposte per il troppo sole

 
sono questo le parole 
dolci o rancorose
 
piene di rispetto 
oppure indecorose 


Sono mio padre e mia madre 

un bacio a testa prima del sonno 


un altro prima di partire 



le parole che ho detto 
e chissà quante ancora devono venire...

 
strette tra i denti 
risparmiano i presenti

 
immaginate, 
sentite o sognate 

spade, fendenti 

al buio sospirate,
 perdonate 

da un palmo soffiate 



e tu...
in questo silenzio, chi sei?



non sei nessuno.
















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