sabato 3 marzo 2012







Una carezza si corica 
sulle creste agitate dell'oceano: 

stelline d'oro si accendono 
e pare il chiasso di una galassia magica. 


Franta e rifratta si aduna in una corsia 
la luce che il sole disegna andando via. 


Stanno due palme dove termina 
quella striscia di perline che galleggiano: 

fronde fuori fuoco gialleggiano 
come fuse nell'oro che le illumina. 


Anche un gabbiano che passa per quella via 
per un istante si indora con la sua scia. 



Ti prego, taci. 
Volgi gli occhi fin là 
e resta con me a guardare. 

Preferisco così 
e non mi chiedere 
a cosa penso: è inutile. 

Preferisco così, 
ti prego, 
non insistere. 

Una carezza si corica 
sul mio viso che interpone il suo velo, 
sperdo lo sguardo in fondo al cielo 
e ti resta una faccia fotogenica. 


Se solo fosse stato ieri, sai 
nel metallo prezioso eri un'effige 

ma oggi - la mia maschera non dice - 
lì ti fondi e per me non tornerai. 



Guardo nel sole che fugge 
e mi porta via, 


guardo nel sole 
fingendo poesia. 







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