venerdì 26 luglio 2013





bisogna inchinarsi alla vita.

forse non tutti sanno che il cantante Gino Paoli, classe 1934, dal 1963 vive con un proiettile incapsulato nel pericardio. andò così: era il 13 luglio. la moglie era partita. lui era da solo in casa. ebbe una crisi dovuta a difficoltà economiche e sentimentali. così, un giorno, prese la pistola e si sparò. dritto al cuore. il proiettile bucò il cuore e si conficcò nel pericardio. e là rimase. lui ne parla così: ‘ogni suicidio è diverso, e privato. è l’unico modo per scegliere: perché le cose cruciali della vita, l’amore e la morte, non si scelgono. tu non scegli di nascere, né di amare, né di morire. il suicidio è l’unico, arrogante modo dato all’uomo per decidere di sé. ma io sono la dimostrazione che neppure così si riesce a decidere davvero.’
per mille e uno motivi vale la pena vivere. per mille e uno motivi vale la pena morire. c’è chi sceglie di lasciarsi trascinare dalle correnti del tempo che avido gli soffia addosso, e chi quel vento proprio non lo riesce a sopportare, e si ribella. ma non c’è una terza via. non c’è un grigio, non c’è un centro, non c’è un forse. c’è solo il bianco e il nero, il dentro o il fuori, il sempre o il mai. c’è una linea nel mezzo, e te che scegli da che parte stare. la cosa straordinaria è che alle volte neanche lo scegli te.
stanotte, che ancora una volta il tuo ricordo viene a bussare, penso a te. penso alla vita. e penso che tutto sommato sei stata fortunata, ché almeno a te t’ha lasciato scegliere.

aveva ragione Ungaretti. la vera morte si sconta vivendo.
alla vita bisogna proprio inchinarsi. e rassegnarsi a viverla.


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