...Il lutto per la perdita di qualcosa che abbiamo amato o ammirato
sembra talmente naturale che il profano non esita a dichiarlo ovvio. Per
lo psicologo invece il lutto è un grande enigma, uno di quei fenomeni
che non si possono spiegare ma ai quali si riducono altre cose oscure.
Noi reputiamo possedere una certa quantità di amare che chiamiamo libido
la quale agli inizi del nostro sviluppo è rivolta al nostro stesso io.
In seguito, ma in realtà molto presto, la libido si distoglie dall'Io
per dirigersi sugli oggetti, che noi in tal modo accogliamo per così
dire nel nostro Io. Se gli oggetti sono distrutti o vanno perduti per
noi, la nostra capacità di amare (la libido) torna ad essere libera. Può
prendersi altri oggetti come sostituiti o tornare provvisoriamente
all'Io. Ma perchè questo distacco della libido dai suoi oggetti debba
essere un processo così doloroso resta per noi un mistero sul quale per
il momento non siamo in grado di formulare alcuna ipotesi. Noi vediamo
unicamente che la libido si aggrappa ai auoi oggetti e non vuole
rinunciare a quelli perduti, neppure quando il loro sostituto è già
pronto. Questo dunque è il lutto.
Noi sappiamo che il lutto, per doloroso che sia, si estingue spontaneamente. Se ha rinunciato a tutto ciò che è perduto, ciò significa che esso stesso si è consun to e allora la nostra libido è di nuovo libera (nella misura in cui siamo ancora giovani e vitali) di rimpiazzare gli oggetti perduti con nuovi oggetti, se possibile altrettanto o più preziosi...
Noi sappiamo che il lutto, per doloroso che sia, si estingue spontaneamente. Se ha rinunciato a tutto ciò che è perduto, ciò significa che esso stesso si è consun to e allora la nostra libido è di nuovo libera (nella misura in cui siamo ancora giovani e vitali) di rimpiazzare gli oggetti perduti con nuovi oggetti, se possibile altrettanto o più preziosi...
Caducità, Sigmund Freud
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