Sono una fontana di sangue nella sagoma di un ragazzo
sei l'uccello sull'orlo ipnotizzato dal turbine
Bevimi - fammi sentire vero
il gioco che giochiamo è quello della vita l'amore è un sogno lucido a due
Ora lasciami - torna stanotte
la marea ti mostrerà la via
Se dimentichi il mio nome ti perderai
come un' orca assassina intrappolata in secca
sono un tappeto di brace che brucia sotto i tuoi piedi
sei quello che mi passa sopra
sono la tua strada senza uscita un mormorio nell'acqua
un segreto da sentire per te
Sei colei che cresce distante mentre ti chiamo accanto me
Ora lasciami - torna stanotte
la marea ti mostrerà la via
Se dimentichi il mio nome ti perderai
come un' orca assassina intrappolata in secca
Sono un albero che genera cuori
ogni volta che ne prendi uno
sei le mani che si insinuano
sono il ramo che tu spezzi
e allora libera le mie mani
venerdì 30 ottobre 2009
ora
(ora quando?)
Ora che rammento chi sono,
ora che ricordo (o cerco di ricordare),
ora,
qui da solo,
(aiuti utili ne vedo ben pochi),
ora vieni a vedere come si sta.
Vieni lenta vita frenetica di questi anni,
vieni e assapora quello che per tanto tempo ho ingoiato, sputandone il veleno!!
I giochi si fanno (si disfanno),
le situazione avvengono (si allontanano),
ed io,
che non so bene in questo mondo ancora chi sono
giaccio,
ascolto,
penso!
e nulla il mio cuore, debole e forte,
può compiere
trovare una soluzione alla disfatta apparente di un impero,
un impero stanco di aspettare,
stanco della monotonia utile ma allo stesso tempo viziosa e ingannevole.
è colpa mia, (forse no),
ma parlo ora a me stesso da persona alquanto coerente a questo muro che dietro me si sgretola
(non da cenni di alcuna ricostruzione).
Capitemi,
Lo dico per chi ora mi vuol capire,
ma non piangete le mie lacrime
perché nessuno ora le può ascoltare e vedere (e forse anche bere).
Fuggite dunque nel nulla,
perché dal nulla sto venendo.
Non ricordo l’ultima volta che ho versato un dispiacere,
ne tanto meno lo farò adesso,
ma se c’è qualcuno che ascolta,
se la vita poi un senso nelle nuvole disegna,
attenderò affinché qualcosa di buono potrò respirare,
e combatterò
anche se il prezzo da pagare sarà quello di perdere, tacere (e quindi aspettare).
Taccio...!
Perché non devo dire nulla.
Solo un infinito dispiacere che inganna il mio corpo e lo attraversa
Stupisce i miei sensi e li sconfigge,
afferra il mio cuore (come un ombra nera in una giornata di sole lo nasconde),
lo disarma,
e sconfitto si nasconde per sparire (e respirare).
Se un giorno racconterò con sorriso, il mondo e l’infinito,
in quel giorno forse nessuno più , (tranne me)
si ricorderà di un anima che ha sofferto per quel troppo che ha avuto vicino,
per l’indifferenza,
per la monotonia,
e per tutti quei giorni che ha pensato di scappare per forgiarsi nuovamente.
Cosa rimane ora di me
Che sarà di me quando avrò il coraggio di camminare (da solo?).
Cosa….
Dimmi cosa….
I progetti,
l’animo di un uomo,
il duro lavoro,
le difficoltà
(le parziali affinità),
(il male minore),
la mala passione della carne (che uccide il cuore)
ora dico che tutto questo non serve a davvero nulla,
non serve!
(non serve?)
Non riesco a capire confuso da questo viaggio forte e discontinuo,
non respiro,
ma come neve nell’inverno cupo,
come sabbia asfissiante in un deserto (di parole),
come nuvole, presagio di pioggia (e di intenso dolore),
come vento freddo e tagliente,
(come un' illusione fluorescente),
mi adatterò per seguire là figura che ora sono,
e che il mio personale dio
(il dio che conosco),
mi segua (perché l’uomo và seguito),
ora,
come spesso in passato,
ho la testa altrove (forse vuole andare),
e condurmi dove non potrà
(dimmi dove).
AngS
giovedì 29 ottobre 2009
forse i nostri sogni dormono
Questi fiori blu ci deviano le visioni poi ci assalgono
questi campi d'illusione,
la mia sensazione
quanti amanti nel peccato
dannati dal fato
qusti suoni insani assordano
strane luci, frattali
simmetrie confondono le idee
la memoria del passato
aggredisce il mio stato
ho ragioni per restare
in ebbrezza totale
se parti, vedrai, non tornerai mai se parti, vedrai, non tornarai mai...
piu'
forse i nostri songni dormono
nei racconti dei libri di storia,
come le bugie
ora so odiare l'amore,
amarne la fine
questo mare di paure
mi nasce dal cuore
se parto, vedrai, non tornerò mai
se parto, vedrai, non tornerò mai
mercoledì 28 ottobre 2009
nostre foto, film e pane caldo
E quando solo i muri resteranno e chiuderai dietro di te la porta e ciò che è stato adesso non importa perché la notte non sarà più un anno.
E quando sulla via non passeranno i nostri passi sotto casa e morta la voce della nostra voce e corta la fila dei ricordi che ti avranno.
Allora in internet farai un sito di nostre foto e film e pane caldo per conservare un luogo ormai finito.
E certo poi sorriderai se il tuo uomo abbracciandoti da dietro ti dirà che lui non c’era, cazzo, ma c’è e sarà.
martedì 27 ottobre 2009
(fra i tuoi Re)
Scegli me fra i tuoi re un vortice ci avvolgera' ti prendero', se mi vuoi danzammo in due,
lei se ne ando'
ed io ora
ho i ricordi chiusi in te la tristezza dentro me tra due mani, le mie
di lacrime, poi si bagno' il regno che ho chiesto a te,
ed ora
ho i ricordi chiusi in te la tristezza dentro me tra due mani, le mie
sono i cieli neri che,
io so
non si scioglieranno piu
lunedì 26 ottobre 2009
Lascia stare tutto quello che non vedi È inutile fissarsi
Andare con lo sguardo oltre le montagne Del quadro che hai davanti
Se vuoi vittoria avrai vittoria Se vuoi sconfitta avrai sconfitta
Ma poi destino e naftalina, mai Non chiuderlo in soffitta
Lascia stare tutto quello che non vedi È inutile fissarsi
Andare con lo sguardo tra i marciapiedi Solcati dai passanti
Se vuoi ragione hai ragione A proseguire col tuo istinto
Ma non cambiare direzione, vai Avanti sempre dritto
Primo giorno di lavoro Già un reclamo e sono fuori Il tavolo svuotato dagli oggetti inutili
Torna la giacca nell’armadio e si può Far la scommessa che non riuscirà
A ricambiare tutto l’amore Che mi hai saputo dare
Lascia stare tutto quello in cui non credi È inutile fissarsi
Andare con lo sguardo tra le pareti Ed i muri che hai davanti
Se vuoi ragione hai ragione A proseguire col tuo istinto
Ma non cambiare la benzina, mai Nel mezzo di un tragitto
Ti saboterai da sola un brivido E poi te ne pentirai
Il masochismo è tuo Meccanismo autodistruttivo Dai che arrivo
Primo giorno di lavoro Già un reclamo e sono fuori Il tavolo svuotato dagli oggetti inutili
Torna la giacca nell’armadio e si può Far la scommessa che non riuscirà
A ricambiare tutto l’amore Che mi hai saputo dare
Lascia stare tutto quello che non vedi E togliti quei guanti Finché non c’è una legge che te lo vieti Appoggiati ai miei palmi
Se vuoi ragione avrai ragione A proseguire col tuo istinto
Ma non cambiare la benzina, mai
Nel mezzo di un tragitto
domenica 25 ottobre 2009
sabato 24 ottobre 2009
ragionare (si, ma non capire)
Le mie parole fanno male, sono pungenti come spine,
sono taglienti come lame affilate e messe in bocca alle bambine,
possono far male, possono ferire,
farti ragionare sì. ma non capire, non capire!
Le mie ragioni fanno male, come son bravo io a colpire!
Quante parole so trovare, mentre tu non sai che dire...
Le miw parole sono mine, le senti esplodere in cortile,
al posto delle margherite, ora ci sono cariche esplosive!
Due lunghe e romantiche vite divise... ...da queste rime.
Le tue labbra stanno male, lo so, non hanno labbra da mangiare,
oh ma la fame d'amore la si può curare, dannazione!
Con le parole, sì, che fanno male, fanno sanguinare,
ma non morire!
Le mie parole sono mine, le senti esplodere in cortile,
al posto delle margherite, ora ci sono cariche esplosive!
Due lunghe e romantiche vite due lunghe e romantiche vite!
Due lunghe e romantiche vite
divise...
... dalle parole!
venerdì 23 ottobre 2009
come la pioggia il giorno del mio compleanno
è ironico pensare alle gente che mi circonda proprio in questo periodo.
è come paradossalmente ironico credere di cercare e trovare un posto spuntato dal nulla, per ripararsi all'improvviso dalla pioggia,
come è ironico affidarsi alla maturità delle gente, che alla fine finisce per scaderti!, scaderti brutalmente!
è ironico cercare un confronto mentale, quando gli occhi, sbarrati e fissi l'uno verso l'altro ..non chiedono altro che spiegazioni, .....
ed è ironico trovarsi alla fine in tasca parole, scritte, parole timide, parole smorzate...... ed un'infima fuga verso i nascondigli della propria mente.
allora mi domando: fose è colpa mia, della mia vità che già da molto tempo è degenarata facendomi diventare un marziano in una terra di deficenti.
forse è colpa mia.... che sto giocando al gioco dell'oca con la mia vita.... ma mi sto mangiando delle caselle.... le salto per necessità, le ho saltate perchè la mia vita me l'ha imposto!
e allora è davvero tanto ironico.... girarmi a 360°..... ed amirare i desenti dentro le persone..... aridi, infiniti, incapaci di mutare......
buffo ed ironico.......
come è ironico avere la certezza matematica..che il tempo farà il suo corso.... e griderà ad alta voce le sue conclusioni.....
la persone si conoscono, si studiano, si osservano, poi si amano e si discutono, si ricercano, poi cadono, poi non si capiscono, e poi si dimenticano.
tanto da essere ironico come si allontanano, e poi spariscono.
se dev'essere così. e così sia!
Un vecchio compì 98 anni Vinse alla lotteria e morì il giorno dopo
È una mosca nera nel mio bicchiere di Rhum... È un assoluzione della pena di morte due minuti troppo tardi
È ironico,non credete?
È come la pioggia il giorno del mio compleanno È un giro gratis quando ho già pagato È il buon consiglio che non ho seguito
E chi ci avrebbe pensato: funziona! Mrs. "isncura anche di se stessa" aveva paura di volare Fece la valigia, diede il bacio d’addio ai suoi familiari Aspettò tutta la vita per prendere quel volo E mentre l’aereo si stava per schiantare lei pensò "bene non è perfetto"
ed è ironico, non credete?
È come la pioggia il giorno del mio compleanno È un giro gratis quando ho già pagato È il buon consiglio che non ho seguito
E chi ci avrebbe pensato: funziona!
La vita ha un bel modo di infierire su di me Quando penso che tutto è okay è tutto sta andando bene, trovo gente che puntualmente mi delude!
la vita ha un bel modo di aiutarmi Credo che tutto stia andando male..... e poi un'anima si presenta a me.. ma quanto vale quest'anima......: niente!
Un ingorgo quando sono già in ritardo
Un cartello “no smoking” durante una pausa sigaretta
È come diecimila cucchiai quando tutto ciò di cui ho bisogno è un coltello
È conoscere la donna dei miei sogni E dopo incontrare il suo fidanzato
Ed è ironico,non crediete?
Un pò troppo ironico, lo credo davvero!!!
È come la pioggia il giorno del mio compleanno È un giro gratis quando ho già pagato È il buon consiglio che non ho seguito
E chi ci avrebbe pensato, funziona! La vita ha un bel modo di infierire su di me la vita ha un bel modo di aiutarmi.
ed è davvero ironico....!
AngS
giovedì 22 ottobre 2009
il mio ieri distante
Se prima o poi dovessi decidere di far leggere a qualcuno il racconto che sto scrivendo...
il primo capitolo, probabilmente, sarebbe questo:
"Sono nato il 22 ottobre.
Da questo evento in poi la mia memoria ha sempre ricordato giorni di pioggia per il mio compleanno, un evento contaminato da fitta e penetrante acqua proveniente da chissà dove.
Mi madre si ricorda ancora che il giorno prima della mia nascita pioveva, pioveva forte, le doglie iniziarono la sera del 21, intorno alla mezzanotte;
mio padre raccolse in fretta e furia l’occorrente per l’ospedale, in ogni famiglia che si rispetti, questo “rito” della preparazione viene organizzato per tempo, con meticolosa devozione, precisa sistemazione, mio padre invece, si trovò improvvisamente sprovvisto… impreparato, non pronto!
Uscirono di corsa dal retro del giardino, un prato inglese immacolato, l’auto era a pochi metri, mia madre teneva la pancia con due mani, la proteggeva, mi parlava , con voce muta, bagnandosi il capo, la camicetta di cotone;
improvvisamente un lampo divise il cielo a metà, illuminando la strada con le sue villette indipendenti, tagliando la pioggia…..parlando alla notte;
il lampo colpi l’albero del nostro giardino, mia madre fu sbalzata da li ad un metro, battendo il volto sull’asfalto ruvido, perse conoscenza da subito.
Ed intanto io bussavo forte, perché volevo entrare nel mondo!
Fu un parto atipico, singolare, almeno così dichiarò il medico.
Nella corsia C del reparto maternità dell’ospedale comunale di una città qualunque, una donna arrivò priva di conoscenza… bagnata fradicia, aveva un figlio in grembo, successivamente si riprese e le doglie durarono tutta la notte, con urla disumane, disarmanti, gli infermieri tenevano la donna ferma…un compito arduo…e lei continuava ad urlare; suo marito rimase immobile nel corridoio, privo di espressione, con la testa altrove....
Il giorno dopo la donna partorì,
e fuori pioveva ancora;
nacque un bambino, nacqui Io….,
era mattino presto, non un mattino qualunque, per la mia stessa esistenza che da li in poi iniziò a mutare lentamente e gradualmente.
Mi diedero un nome importante.... …."
______________
Se dovessi scrivere, adesso, un ricordo di te che ho impresso…,
rovistando nella cesta della mia mente, sicuramente tornerei indietro di un bel po’ di anni,
mentre ti preparavi a viverti il tuo primo viaggio, …..
ricordo quella sera:
la primavera mescolava nell’aria fresca serale, nuovi odori,
tu tornavi a casa, trovasti vicino alla porta tuo padre, l’ennesima incazzatura verso tutti e verso il mondo intero,
incazzatura da riversare su di Te.
Ti disse istintivamente che il giorno dopo non saresti partito più per quel viaggio che tanto attendevi, ti chiese le chiavi della moto, ti trattò per la centesima volta come una merda….
Ed io c’ero,
tu non mi vedevi ma io c’ero, e ti guardavo….
guardavo le tue ragioni che volavano al vento,
guardavo la tua rabbia, ore dopo, verso tua madre, ingiustificata testimone della tua ira…..
ti guardavo,
come ti ho visto prendere quell’aereo il giorno dopo…….
l'oceano del tempo ci restituisce i ricordi che vi seppelliamo...
tutti noi custodiamo un segreto chiuso a chiave nella soffitta dell'anima....
Questo è il mio.
Svefn-g-englar
Sono di nuovo qui, dentro di te. Qui tutto va bene, Fluttuo in un'ibernazione liquida in un hotel connesso alla corrente elettrica
Ma l'attesa mi inquieta... dò un calcio alla mia fragilità ed urlo "Devo andarmene" - "Aiuto"
Poi tutto esplode e la pace finisce in un bagno di nuova luce io piango e piango ancora - sconnesso un cervello in rovina appoggiato a un seno e nutrito da sonnambuli