Kings of convenience – Cayman islands.
è solo che quando ascolto questa canzone ripenso a quei giorni.
quando, spinto dal vento di settembre, feci la mia scelta.
ripenso a quelle ore, quelle ultime ore di quiete assoluta sul filo
del mare, quando io facevo finta di dormire e tu di non prenderti cura
di me. i consigli, a voce bassa. mille volte "sei sicuro?". la risposta,
sempre uguale. "stai tranquilla, so sbagliare."
le mani, le tue mani
sui capelli, le sentivo toccarmi i pensieri uno ad uno, tentare di
plasmarli, per fare in modo che mi dicessero "resta qui".
e invece scelsi di andar via. lontano. lì, dove il passato non
avrebbe potuto raggiungermi. tu però sì. tu lo facesti. volevi tenermi.
e ci provasti. ma a me, di te, mi bastava il ricordo.
non so, forse avrei dovuto tenermi stretto il poco che mi davi.
forse avrei dovuto valutare quanto grande fosse. forse avrei dovuto
resistere, continuare a costruire, un mattone dopo l’altro. continuare a
tessere, aspettando un ritorno. forse avrei dovuto perseverare nel
ricominciare da qualcuno e non da me.
come uno qualunque. …ma cosa dico?
io non sono mai stato uno qualunque.
avrei dovuto. forse. eppure, non ho rimpianti. non ne ho avuti mai.
so di star bene così. so che tutto sta bene così, nella forma che
abbiamo lasciato che prendesse. nel modo in cui doveva andare. non
l’unico, solo il migliore.
e se tornassi indietro, sceglierei uguale. sceglierei di sbagliare.
scusami se scelsi per me.
sei l’anello che non porto al dito.
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