sabato 21 dicembre 2013



avrei talmente tante cose da fare che non mi va di farle. mi va solo di stare qui davanti a questo schermo a buttar giù, radiohead in sottofondo, quello che mi passa dentro la testa. [sto fuori di testa.] esattamente come stanotte mi andava di stare su quel divano, al buio,, un bicchiere di vino,
probabilmente sono io che sono capace di farmi incantare da qualsiasi cosa persona posto odore marchio trovi sulla mia strada, con l’entusiasmo di un bambino che scopre che l’acqua è trasparente. [ma il mare è grigio. ...?]. fatto sta che, vuoi per il posto, vuoi per la compagnia, vuoi perchè erano le quattro del mattino  – e alle quattro del mattino, con quel panorama lì nelle pupille, l’impossibile diventa plausibile - , ho deciso che dovevo lasciarmi ipnotizzare e galvanizzare da quell’insieme. e l’ho fatto.
i discorsi son tanti, le domande intelligenti, le risposte pungenti. [tu sai di sole spento.] ma spiegami tu se una persona che ha il vuoto dentro sarebbe capace mai di elaborare tutto questo. nonchè di guardarmi attraverso. sì. guardarmi attraverso. in quel modo che, se non fosse per la sicurezza che avevo, mi avrebbe seriamente spaventato. perchè di norma spaventa. [mi domando se sia il dolore ad averti forgiato.]
io che sono nato danzando sul naso del mondo e sto in un limbo, galleggiando o, se preferisci, fluttuando, in attesa di qualcosa che arriverà [alle sei.] [...ma sono le tre] [le dieci e dieci.] che se sapessi cos’è di preciso sarebbe tutto più semplice. e invece non lo so. e allora lo immagino. [ - cosa ti aspetti domani mattina?  - mi aspetto di svegliarmi.] ma avere aspettative, oltre che ottimistico, è tristemente sadico. [il nero è troppo vuoto per i pazzi.] tuttavia, non credo di non avere niente da perdere. no. qualcosa da perdere ancora ce l’ho. [noi uomini andremmo alimentati con olio, perchè è un peccato che il nostro fuoco si spenga.]
ma tu stai riuscendo davvero a capirmi? ed io sto riuscendo davvero a capirti? qual è il tuo concetto di talento? cosa pensi che sia? cos’è per te il disordine mentale? lo stare fuori di testa? cos’è per te il contatto? 
crediamo d’intenderci, ma non c’intendiamo mai.
 
siamo diversi. siamo due vite diverse, due storie diverse, due teste diverse. [tu bevi e io sto male.]
siamo incidenti in attesa di capitare. in attesa di godot.
 
 
 

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