lunedì 30 giugno 2014



Gate G16. (ricordati chi.) 
attimi di esitazione, poi a bordo. 


il solito burlone del destino mi mette vicino gli antipodi della civiltà italica: a sinistra il bauscia in viaggio di lavoro che prenota il ristorante con lo smartphone in un francese con forte cadenza milanese, a destra il calabrese in polo sporca di soppressata che emigra un’altra volta verso nord.


non mi identifico. neanche un pochino. 

o forse non sono fatto per le definizioni. non mi piace incastrare qualcosa in un nome che non le appartiene. 

ma so di cosa parlo quando parlo d’amore.


hai presente quando guardi scorrere fuori il paesaggio, gli alberi, il lago, e immagini quali meraviglie verranno dopo, e invece, un tonfo sordo, il tunnel, e ti ritrovi faccia a faccia con una te stessa che fluttua nel buio e nel vuoto?






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