domenica 29 giugno 2014



Londra non ha notte. 
il sole va a dormire tardi, si sveglia presto. 
è tenue ma spietato. mite e costante. 

la dolcezza non dà tregua. 
tutte le volte che qualcuno mi ha confessato un segreto mi sono sentito spacciato, condannato a quel nodo alla gola, 

la commozione di essere importante. 

qui a Londra mi sveglio sempre presto. 
mi tiro su,  pedalo fino alla stazione della metro. tengo la bocca chiusa perché non entrino odiosi moscerini e non escano amabili canzoni.

aspetto il treno con il caffè in mano, il capo inclinato dal peso di un pensiero.
la sua puntualità salva la mia. poi lunghe ore tra l’odore dei tessuti e i profumi della gente, i versamenti in banca e i moduli e skype e i codici a barre, il pain au chocolat appena sfornato a tutte le ore, il cielo che si spoglia e si riveste come una puttana e manco si vergogna.

la bocca mi si snoda in suoni nuovi. maledetta Babele e la sua confusione, è riuscita a farci credere che sia necessario parlare la stessa lingua per intendersi. 

ogni tanto il tuo sorriso mi viene a trovare, ora in ricordo ora in sogno, e mi regala un brivido altrimenti ingiustificabile. non ho ancora avuto un giorno veramente libero perchè tutti i giorni che avevo li ho spesi al tuo fianco – di ostinazioni ce ne sono molte, ma quella dell’amore è la peggiore – e nella valigia ho messo anche quest’ansia di riempire il tempo con la vita anziché la vita col tempo, e nonostante sia vecchia dannosa e inadeguata non riesco a disfarmene, un po’ per abitudine, un po’ perché le voglio bene, sono sicuro che m’intendi.


per rientrare a casa prendo la DLR fino alla stazione. non riesco mai a prendere il primo treno. temo di non avere neanche la prontezza di riflessi di realizzare che stia passando. poi capisco, corro, ma lo perdo. restiamo sulla banchina, io e l’affanno.


la strada del ritorno è una salita. 
sono io a portare la bici. 
respiro più forte. 



guardo le rose nei giardini altrui.





1 commento:

...qualsiasi parola ha sempre un valore...